Per la prima volta approfondita la figura e l’opera
di un grande personaggio dell’egittologia

Uomo schivo e attento a non tradire sentimenti ed emozioni, riservato sulla sua stessa opera, Ernesto Schiaparelli non ha affidato a nessuno scritto le sue opinioni o valutazioni, né lasciato appunti o tracce dei suoi studi. Di lui si conosce qualche rara fotografia, quando fu proprio lui ad introdurre la fotografia nella tecnica di scavo.
Uomo dall’apparente mancanza di passione che tuttavia avrebbe dedicato l’intera vita all’avventura egiziana, è stato il primo Soprintendente del Piemonte, inventando una rivoluzionaria figura di studioso-burocrate che avrebbe segnato una svolta nel mondo della pubblica amministrazione.

L’occasione di un duplice anniversario, 150 anni dalla nascita di Schiaparelli e 100 dal suo più importante ritrovamento, la tomba – intatta – dell’architetto Kha, ha dato l’avvio alla pubblicazione di questo volume: una serie di brillanti contributi (da Sergio Donadoni ad Alessandro Roccati, da Silvio Curto a Elvira D’Amicone, da Anna Maria Donadoni Roveri a Maria Cristina Guidotti e Filippo Gambari, ecc.), approfondisce la figura dell’uomo, unitamente ad altri aspetti finora inesplorati nell’ambito della sua attività: il forte legame con la terra natale, un nuovo metodo di ricerca archeologica coronato da importantissime scoperte, il primo censimento dei suoi collaboratori e la prima mappatura delle campagne di scavo in Egitto.

Un’ampia illustrazione fotografica, sia storica sia attuale, correda il volume con immagini appositamente raccolte da fonti difficilmente accessibili.

Beppe Moiso è il Presidente dell’Associazione Amici e Collaboratori del Museo Egizio di Torino e collaboratore scientifico dello stesso Museo dal 1970; ha partecipato a numerose campagne di scavo in Egitto dell’Università la Sapienza di Roma e dell’Università di Torino, e curato numerose pubblicazioni